Dottoressa, è meglio che usi la Stevia o il fruttosio? Posso utilizzare l’aspartame oppure il sucralosio? E della saccarina cosa mi sa dire?

Praticamente ogni giorno mi vengono poste domande simili ed ogni giorno ripeto sempre la stessa risposta: MEGLIO NIENTE.

In questo articolo cercheremo di capire insieme perché conviene stare alla larga da questi prodotti e consumarli il meno possibile.

Ma partiamo con ordine.

Cosa sono i dolcificanti

Per più di cinquant’anni l’industria ci ha ingannati, sminuendo il nesso molto pericoloso tra elevato consumo di zuccheri semplici e malattie, demonizzando, per contro, l’uso di grassi saturi e colesterolo. Quando però i risultati di migliaia di studi scientifici hanno messo in luce la realtà, il consumatore più attento ha imparato a leggere le etichette degli alimenti privilegiando quelli a basso tenore di zuccheri.

Il problema è che ormai siamo così dipendenti dagli zuccheri da non poterci praticamente più gustare il vero sapore degli alimenti e delle bevande, se non contengono qualcosa di dolce.

E’sulla scia di questa nuova tendenza che l’industria ha investito tempo e denaro per cercare delle nuove molecole che siano in grado di ricreare il sapore dolce, senza impattare, almeno in apparenza, sul metabolismo.

E’ così che sono nati i dolcificanti, anche detti edulcoranti, che per definizione racchiudono un gruppo di sostanze capaci di addolcire gli alimenti o le bevande. Pertanto essi vengono anche denominati succedanei dello zucchero, in quanto sono utilizzati proprio in sostituzione di quest’ultimo.

Possono essere naturali, come ad esempio il fruttosio, il miele, il lattosio, il maltosio, il mannitolo oppure di sintesi, ovvero prodotti in laboratorio, come la saccarina, l’acesulfame, l’aspartame o i ciclammati.

Le caratteristiche di un dolcificante ideale sono:

  1. apportare alla dieta nessuna o ridotte calorie a parità di potere dolcificante dello zucchero;
  2. essere normalmente metabolizzato o resistere alla digestione;
  3. risultare atossico ed acariogeno.

Due sono i parametri da considerare per scegliere un dolcificante: il primo è il POTERE CALORICO (P.C.), ovvero quante kcal apporta quella specifica molecola rispetto al saccarosio.

Il secondo è il POTERE EDULCORANTE (P.E.), ossia il rapporto fra la concentrazione di una soluzione di saccarosio e quella di un dolcificante che ha la stessa intensità di sapore.

L’aspartame e l’acesulfame ad esempio hanno un P.E. di circa 200 con P.C. pari a 0. Ciò significa che una soluzione contenente 1/200 di grammo di questi dolcificanti addolcisce come un grammo di saccarosio, ma apporta 0 kcal.

A questi due parametri se ne aggiunge un terzo per gli edulcoranti di sintesi, ovvero la DOSE GIORNALIERA AMMISSIBILE (DGA), ossia la quantità, calcolata in funzione del peso corporeo, che si può assumere quotidianamente per tutta la vita senza rischio per la salute.

Naturali vs di sintesi: cosa cambia?

Esistono tre principali differenze tra edulcoranti naturali e di sintesi:

  1. ORIGINE: il nome già ce lo fa capire: i primi sono utilizzati già comunemente nella nostra alimentazione (es. miele oppure sciroppo di agave o d’acero) oppure estratti da piante (es. Stevia), mentre i secondi vengono prodotti in laboratorio;
  2. POTERE CALORICO (P.C.) ed EDULCORANTE (P.E.): gli edulcoranti naturali in generale hanno un discreto P.C., di solito più basso del saccarosio stesso, ma comunque apportano calorie (ad eccezione della Stevia), mentre il loro P.E. è variabile. Alcuni hanno P.E. più basso del saccarosio stesso (es. i polioli), altri decisamente maggiore, come la Stevia. Ad ogni modo, il loro P.E. è notevolmente inferiore a quello dei dolcificanti di sintesi. Questi ultimi hanno tutti P.C. pari a 0 e P.E. da 50 a 300 volte superiore a quello del comune zucchero da tavola. Pertanto vengono anche definiti edulcoranti intensivi;
  3. DOSE GIORNALIERA AMMISSIBILE (DGA):in generale non viene indicata una DGA per i dolcificanti naturali, mentre, essendo degli additivi alimentari è obbligatorio indicarla per quelli di sintesi.

Nelle due tabelle che seguono riporto i principali edulcoranti con le loro relative caratteristiche:

EDULCORANTI NATURALI

Dolcificanti, dieta - www.alimentazionesumisura.com

EDULCORANTI DI SINTESI

F.A.Q. (Frequently Asked Questions) sull’uso degli edulcoranti

Quali sono i principali effetti collaterali dei dolcificanti?

In acuto è abbastanza frequente riscontrare effetti lassativi legati all’abuso di polioli. Tutto ciò si verifica se si assumono quantità superiori ai 20 g/die pari a circa 10 “caramelle senza zucchero”/die. Ecco perché i prodotti che contengono polioli devono sempre recare la dicitura “UN CONSUMO ECCESSIVO PUO’AVERE EFFETTI LASSATIVI“.

L’aspartame è assolutamente controindicato in pazienti affetti da fenilchetonuria, una malattia genetica che comporta una mancata eliminazione di un aminoacido, la fenilalanina con conseguente accumulo di metaboliti tossici, i fenilchetoni. Essendo l’aspartame un derivato della fenilalanina, i soggetti affetti da questa patologia, devono escludere qualsiasi prodotto contenente aspartame. Per legge, gli alimenti che contengono questo edulcorante devono riportare la dicitura “IL PRODOTTO CONTIENE UNA FONTE DI FENILALANINA“.

E’ vero che gli edulcoranti di sintesi causano tumore?

Domanda da un milione di dollari. In passato sulla saccarina (il dolcificante da più anni in commercio) sono usciti dei lavori che dimostrano come nei topi esista una correlazione tra cancro alla vescica e consumo di saccarina. Tutto ciò però è stato evidenziato a dosi migliaia di volte superiori a quelle normalmente introdotte con la normale alimentazione.

Certo è che se il ministero ha previsto una DGA per tutti i composti di sintesi, significa che tanto bene alla salute non fanno. I calcoli dimostrano, tuttavia, che nell’adulto il rischio di superare la DGA esiste solo se un soggetto consuma tutti i giorni diverse categorie di alimenti che contengono lo stesso edulcorante o un unico alimento ma in quantità elevate, in particolare le bevande gassate o i succhi di frutta, proprio perché in genere le quantità ingerite sono notevolmente maggiori.

Probabilmente c’è ancora tanto da scoprire su queste molecole ed i risultati veri arriveranno solo dopo un utilizzo massivo per molti anni.

Sono in gravidanza oppure ho un bimbo piccolo: posso usare questi prodotti?

Sinceramente sconsiglio sempre di utilizzare edulcoranti di sintesi in donne in gravidanza, preferendo eventualmente i polioli.

Nei bambini, invece, meglio evitare qualsiasi tipo di dolcificante per abituarli ad assaporare i sapori senza essere per forza dipendenti dal gusto dolce.

E’ vero che se sostituisco lo zucchero da tavola con un dolcificante posso perdere peso?

 

Questa tra tutti è la domanda che mi sento fare più spesso. E la risposta è NO!

Anzi talvolta è l’esatto opposto: più dolcificanti = più grasso.

Vuoi sapere perché? Giovedì prossimo ne parliamo in dettaglio. Mi raccomando non mancare.

Fonti

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