Panniculopatia edemato-sclerotica questo è il nome scientifico che sta ad indicare banalmente la cellulite.

Questo fastidioso inestetismo della pelle si manifesta con il famoso aspetto bucherellato a buccia d’arancia, ma indica in realtà un problema molto più profondo a livello del tessuto connettivo: in sostanza si tratta di un aumento di volume delle cellule adipose, ovvero di un accumulo di grassi in zone specifiche e circoscritte del corpo come le cosce, i glutei e i fianchi.

Panniculopatia, grasso - www.alimentazione-su-misura.com
Tipica pelle a buccia d’arancia

Donne vi riconoscete in questa foto? Credo che molte di voi ci troveranno senz’altro qualcosa di famigliare, in primis io.

Purtroppo anche qui siamo sempre molto fortunate e la natura ci ha fatto anche questo bel regalo. Eh si perché di natura si parla: è colpa degli estrogeni. Gli ormoni femminili, infatti, in opportune condizioni attivano degli enzimi, le collagenasi che rompono il collagene, rendendo il connettivo più debole e determinando una protrusione del derma sotto la spinta del tessuto adiposo che aumenta il suo volume.

E’ vero, ci sono donne più estrogeniche (quelle per intenderci con aspetto a pera) che sono più propense di altre (con aspetto a mela) ad incorrere in questo tipo di problema, ma diciamoci la verità: chi non ne soffre almeno un pochino? Sinceramente avrei dei seri dubbi sulla reale femminilità di qualcuna che non ne ha nemmeno un filo…

Altro ormone implicato nell’insorgenza di questo problema è l’insulina. Infatti, le donne che presentano un suo eccesso, proprio per il ruolo che questo ormone ha nel nostro organismo (fa incamerare il grasso) soffrono sicuramente di più di cellulite.

Comunque al di là del mero aspetto genetico legato agli ormoni, ci sono anche numerose aggravanti come la cattiva circolazione, la debolezza dei tessuti, l’aumento del volume degli adipociti legato a diete sbagliate.

Esiste una dieta per la cellulite?

Bella domanda.

Diciamo che non possiamo eliminarla completamente, ma sicuramente possiamo ottenere dei buoni risultati.

Per raggiungerli, però è necessario capire che cosa dobbiamo e che cosa non dobbiamo fare, quindi ancora una volta dobbiamo ascoltare il nostro corpo e comprenderlo.

Mi metto a dieta perenne

Molte donne, quando capiscono di soffrire di questo problema si ammazzano di diete fortemente ipocaloriche  difficilmente sostenibili nel lungo periodo e peraltro spesso senza avere un reale problema di peso.

Un’eccessiva restrizione alimentare determina un aumento del cortisolo, l’ormone dello stress, con perdita del tono muscolare ed aumento del grasso sottocutaneo.

Quindi cosa faccio, la dieta Mediterranea? 

A livello degli adipociti specie delle zone critiche ci sono due tipi di recettori con effetto opposto, gli α-2 ed i ß-2. I primi riducono la lipolisi, l’uso dei grassi a scopo energetico ed il flusso sanguigno, mentre i secondi aumentano tutti questi parametri.

Va da sé che se voglio passatemi il termine “bruciare più grasso localizzato” dovrò cercare di far esprimere maggiormente i recettori ß-2.

Il punto è che i recettori α-2 diminuiscono di numero e di funzionalità solo dopo l’esposizione agli acidi grassi.

Quindi  NO alla Mediterranea. L’apporto di grassi consigliato in una classica dieta di questo tipo (circa 25-30%) è troppo basso per garantire la disattivazione di questi recettori.

Tolgo il sale dalla dieta?

Anche no! Come mi piace sempre dire l’organismo non è un tubo dove fai passare qualcosa da un lato e dal lato opposto ritrovi la stessa cosa. L’organismo è intelligente e risponde ad uno stimolo esterno nell’unica maniera che conosce: riportandolo verso l’equilibrio, ricreando l’omeostasi.

Bene, leggendo su internet decido di togliere il sale dalla dieta e qualche mese dopo mi ritrovo con più ritenzione di prima. Cos’è successo? Ho messo in moto la macchina dell’omeostasi, ho tolto il sale e l’organismo si è attivato in modo tale da trattenere più sale.

Quindi: no alle diete fortemente iposodiche

Il mattino ha l’oro in bocca

Proverbio della nonna, ma che secondo me in questa situazione calza a pennello. Bisogna fare colazione, ma una colazione corretta.

Brioches, cappuccino e poi via al lavoro?Anche no! La mattina il cortisolo, l’ormone dello stress, è molto alto. Per contro la sensibilità insulinica è scarsa. Di conseguenza, un eccesso di carboidrati comporta un aumento dell’insulina, che fa incrementare gli estrogeni liberi e peggiorare il problema.

Meglio privilegiare una colazione in cui siano presenti proteine e grassi con eventualmente qualche piccola fonte glucidica a basso indice glicemico

Ma io pranzo sano…

Insalatona con tonno, pomodori, fagioli e mozzarella spesso non significano mangiare correttamente se si soffre di questo tipo di problemi.

Metalli pesanti, anti nutrienti e latticini possono creare delle alterazioni ormonali e peggiorare il quadro clinico

Ma allora qual é la dieta giusta?

E’ fondamentale un corretto apporto proteico con un ridotto quantitativo di carboidrati concentrati in poche occasioni (ad esempio dopo l’esercizio fisico) per obbligare l’organismo ad utilizzare le proprie riserve.

I grassi devono essere presenti (per bloccare i recettori α-2) in funzione delle necessità o meno di perdere peso.

Ricordiamoci poi di NON ELIMINARE MAI COMPLETAMENTE IL SALE!!!

Un esempio tipico di dieta che funziona molto bene nel caso della cellulite è la PSMF (Protein Sparing Modified Fasting) o il protocollo Blackburn, che fondano le proprie basi sull’innesco della chetosi.

L’importante è sempre ricordarsi di integrare questo tipo di regime alimentare con vitamine, minerali ed acidi grassi essenziali.

Guarda qui

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Esempio di PSMF

Cellulite: il ruolo dello sport

E’inutile ammazzarsi dietro alla dieta se si fa lo sport sbagliato. Questo è sempre vero, ma ancora di più per la cellulite.

Spinning o zumba non sono una buona idea. Certo, se ti consentono di scaricarti dai problemi della giornata, ok, continua pure a farli, ma sappi che la tua patologia non ne beneficierà, anzi.

Questi sport, infatti, non raggiungono paradossalmente delle intensità tali da stimolare la sintesi proteica, anzi inducono la degradazione del muscolo. In più insultano i tessuti inducendo dei microtraumi e facendo accumulare acido lattico che infiamma ed esacerba un problema già presente di cellulite.

Cosa fare allora?

So che non ti piace, ma l’ideale sarebbe fare un paio di volte la settimana del Circuit Training ad alta intensità, in cui si alterano esercizi aerobici ad esercizi anaerobici, finalizzati alla crescita muscolare.

Basta poco: sono sufficienti anche solo pochi minuti al giorno per vedere degli enormi benefici.

Oggi, all’epoca delle App, ce ne sono in rete di molto carine ed efficienti.

Prova con 7 Minutes ad esempio, che ti consente di fare esercizi a circuito in soli 7 minuti, pause comprese.

E chi non li ha 7 minuti? Coraggio, ora non hai più scuse. La tua cellulite ha i minuti contati.